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Tutto è iniziato con gli autolavaggi

Gabriel aveva questa cosa che cambiava attività ogni due minuti.
Sul serio, cronometrati.
Costruzioni col LEGO, macchinine, correre in giro, puzzle, di nuovo macchinine poi ancora LEGO.
Una trottola impazzita.
Quella mattina avevo per la testa, come sempre lavoro, progetti, idee. Eravamo a casa e lui parte subito con la sua routine da energizer.

Ho preso il nostro blocco note formato A3 dove facevamo solitamente i nostri disegni, scarabocchi, o qualsiasi cosa ci veniva in mente… le matite colorate e li ho messi sulla scrivania in studio.
Non avevo un piano, solo la speranza di tenerlo su una cosa almeno mezz’oretta.
“Dai vieni, disegniamo e coloriamo qualcosa insieme.”

Magia! Dopo venti minuti era ancora lì. Immobile. Concentrato su non so quale scarabocchio.
Ho quasi controllato se respirava ancora. Poi mi ha guardato: “Papà, metti la musica?” con una richiesta specifica “Nuvole Bianche”.
Lui ha ripreso a colorare e lì… io ho capito che stava succedendo qualcosa.

Nei giorni successivi è diventata la nostra routine.
Arrivavo dal lavoro, lui preparava già i fogli. A volte voleva la musica – Einaudi, le guggen di carnevale che adora, qualsiasi cosa con trombe e sax.
A volte silenzio totale perché non voleva nessuna musica, solo il silenzio. Ma sempre, sempre concentrato per quei venti, trenta minuti.

Una roba da non credere per uno che di solito durava due minuti su tutto.

Una sera ha voluto colorare tutti i fogli con i disegni prima di andare a letto.

Tutti. Ha sforato il suo orario.

Anche la mamma ha notato la pace.

Non era solo concentrazione – era proprio pace. Quella vera.

Una sera mi fa: “Papà, voglio colorare gli autolavaggi.”

Gli autolavaggi.

Ho cercato su Amazon. Niente. Librerie. Zero.
Siti specializzati.
Il vuoto cosmico. Esistevano principesse, dinosauri, macchinine, supereroi, mandala per adulti stressati. Ma autolavaggi? Manco l’ombra.

E mentre cercavo sti benedetti autolavaggi, mi è venuto da pensare.

Al lavoro vedo gente che installa l’ennesima app per la produttività, l’ennesimo tool digitale che promette miracoli.

Tutti iper-connessi e iper-distratti.

E mio figlio che trova la pace con dei fogli e degli autolavaggi che nemmeno esistevano.
Siamo analogici, non digitali.
Ma ce lo stiamo dimenticando.

Ho iniziato a fare ricerche serie.

Il mio lato ossessivo-compulsivo ha preso il sopravvento.

Ho scoperto che l’11.4% dei bambini americani ha diagnosi di ADHD. Che l’OMS ha analizzato 3.000 studi sui benefici del colorare.
Che dieci settimane di mandala migliorano tutte le funzioni esecutive.
Ma io questi miglioramenti li vedevo sulla mia scrivania in studio.
“Se non esistono, li facciamo noi.”

Ho iniziato a creare autolavaggi, e Gabriel era il mio art director.
“No papà, mancano le spazzole rotanti.” “Qui ci vuole più schiuma.
“Dove sono i semafori?” e tutti gli altri dettagli di un autolavaggio vero…

Da lì è partito tutto. Ho capito che non eravamo gli unici.
Altri genitori cercavano libri di semafori, di cantieri, di lavatrici.
Cose normali che i bambini vedono e vogliono colorare.

Ma il mercato offriva solo le solite cose.

Ho iniziato da solo, poi ho coinvolto qualcuno per il marketing.
L’AI ci ha salvato per le traduzioni – perché vogliamo aiutare genitori e persone in tutto il mondo!

Oggi GabrielArtMind fa libri da colorare.
Non quelli che pensiamo dovrebbero piacere ai bambini.
Quelli che vogliono davvero.
Autolavaggi inclusi.

La cosa bella? Funziona.
Venti minuti di concentrazione vera.
Bambini che si calmano.
Genitori che respirano.

Non è una storia da startup della Silicon Valley, è la storia di un papà che ha scoperto che suo figlio aveva bisogno di autolavaggi da colorare.
E che probabilmente non era l’unico.
Tutto qui.
E questa è solo l’inizio.
Perché i bambini continueranno a stupirci con richieste meravigliosamente strane.
E noi continueremo ad ascoltarli.

Da lì è partito tutto. Ho capito che non eravamo gli unici. Altri genitori cercavano libri di semafori, di cantieri, di lavatrici. Cose normali che i bambini vedono e vogliono colorare. Ma il mercato offriva solo le solite cose.
Ho iniziato da solo, poi ho coinvolto qualcuno per il marketing. L’AI ci ha salvato per le traduzioni – perché vogliamo aiutare genitori e persone in tutto il mondo!
Oggi GabrielArtMind fa libri da colorare. Non quelli che pensiamo dovrebbero piacere ai bambini. Quelli che vogliono davvero. Autolavaggi inclusi.
La cosa bella? Funziona. Venti minuti di concentrazione vera. Bambini che si calmano. Genitori che respirano.
Non è una storia da startup della Silicon Valley. È la storia di un papà che ha scoperto che suo figlio aveva bisogno di autolavaggi da colorare. E che probabilmente non era l’unico.
Tutto qui.
E questa è solo l’inizio. Perché i bambini continueranno a stupirci con richieste meravigliosamente strane. E noi continueremo ad ascoltarli.